È tempo di avvincere: è tempo di Brand Journalism

16 Settembre 2020

Sì, siamo tutti insofferenti alle più svariate forme di pubblicità. Non ne possiamo più di tutti quelli che vogliono in continuazione venderci qualcosa. La realtà, forse, è che non abbiamo più bisogno davvero di niente.
Ma non è vero, c’è qualcosa di cui abbiamo infondo sempre bisogno e che cerchiamo in ogni scambio, nell'orizzonte di ogni giornata, nel cuoure di ogni nuova ricerca, scelta, acquisto. Qualcosa che ci faccia dire "sì", che ci sfili la corazza di diffidenza quando ascoltiamo, guardiamo, leggiamo qualcosa che non conosciamo ancora. Che ci renda avvicinabili e raggiungibili dal nuovo.

Cosa ci fa dire sì?
Ci fa dire sì la verità.
Ci fa dire sì la semplicità.
Ci fa dire sì la chiarezza, non percepire menzogna o falsità in nessuna forma.

Aprendoci all’ascolto dell’altro, dell'altereità, del "non io", ci apriamo all’ascolto più profondo dell'io.
E il primo contatto è creato, il primo laccetto si è annodato.


Ri-conoscere
. Eccolo, allora, il “nuovo cavallo” che viene dall’America e che, piano piano, sta entrando nelle scuderie italiane facendo la differenza tra un’azienda e l’altra: il Brand Journalism, o Giornalismo d’Impresa, fatto da giornalisti e fondato su un vero e proprio storytelling, nel quale la volontà del brand è quella di farsi conoscere, raccontandosi con uno stile del tutto simile al reportage e alla scrittura creativa.


L’azienda diventa essa stessa giornale e informa saltando, come un bravo cavallo da steeplechase, la siepe di diffidenza e fastidio che tutti abbiamo sviluppato verso la pubblicità. Lo stile giornalistico applicato alle strategie di marketing si è rivelato una scelta azzeccatissima, che accompagna il fruitore dell'informazione a focalizzare la propria attenzione sul brand in modo indiretto, partendo da tematiche molto più ampie.

Lo vediamo ad esempio nel progetto “Scaglie” di Parmigiano Reggiano, che racconta di sé raccontando e valorizzando il territorio, le comunità, creando uno spazio virtuale in cui parla di natura, biodiversità e ambiente, cucina e tradizioni, storia e cultura dei luoghi.

Parla di sé, del suo brand, attraverso questo mondo che condividiamo tutti noi.


Abbiamo bisogno, oggi più che mai, di “sentirci parte”, ma davvero, di quello che scegliamo, che sia una confezione di parmigiano rispetto a un'altra, una macchina, un corso, un hotel, una vacanza. La qualità, la professionalità, la bellezza del prodotto e del servizio offerto non bastano, sono semplicemente il minimo da cui partire. I neuroni a specchio del nostro potenziale cliente devono, parola dopo parola, immagine dopo immagine, accendersi e dire man mano: “Sì! Ti riconosco...”!


Il brand journalism ha principalmente quattro direttive:

  • Promuovere il marchio
  • Avere un brand magazine quale fonte di informazione e opinione;
  • Sviluppare un’attenzione alta verso il cliente;
  • Aumentare concretamente la popolarità del marchio e, quindi, delle vendite.


I professionisti del giornalismo d’impresa sfruttano le tecniche del giornalismo classico, costruendo storie interessanti dal punto di vista emozionale e narrativo, padroneggiando storytelling e strumenti della comunicazione digitale, in modo coinvolgente, creativo, indiretto e senza forzature, acquisendo e fidelizzando clienti.


Signori e signore, è tempo di avvincere e non più di convincere. È tempo di Brand Journalism.